Emily Potter, Ricordi di Draco Lucius Malfoy

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 13/3/2008, 02:55
Avatar


Group:
† Serpeverde †
Posts:
44,733
Location:
La Corte dei Miracoli

Status:


La prima volta che la vide fu a King’s Cross, il 1° Settembre del 1994. Lui aveva 13 anni e lei solamente 11 e si apprestava ad arrivare ad Hogwarts per la prima volta.
La vide emergere dal fumo provocato dal treno appena arrivato al binario 9 3/4, sembrava un miraggio.
Aveva folti capelli rossi, di un rosso scuro naturale, morbidi all’apparenza e leggermente ondulati, sistemati con quattro mollettine, due per lato, a tenerglieli dietro. E gli occhi, vispi e attenti, sembravano due grandi smeraldi incastonati in un dolce viso d’angelo.
Lo sguardo le brillava d’eccitazione, ma sembrava timido anche dato che continuava a posarsi a terra combattendo con la curiosità di scoprire ogni dettaglio di quel nuovo posto, quel mondo che per lei era totalmente nuovo.
E il suo sorriso, era dolce e sincero, e lievemente imbarazzato, da tutta quella gente forse o dalle parole che le stavano dicendo i suoi genitori le cui espressioni erano visibilmente cariche d’orgoglio per quella loro bambina ‘speciale’.
“E’ incredibile, ogni anno arrivano a scuola sempre più babbani. Di questo passo il futuro del mondo della magia sarà completamente in mano a quegli sporchi usurpatori.” ricordò al ragazzo la voce disprezzante di sua madre Narcissa.
Babbani, già… nient’altro che sporchi babbani.

Non le rivolse la parola, in un modo o nell’altro in quell’anno il caso sembrava fargliela ritrovare sempre tra i piedi, per i corridoi o nel cortile, ma lui non le rivolse mai la parola. Non per timidezza certo, Draco era sempre stato un ragazzo molto sveglio nei confronti dell’altro sesso, semplicemente non aveva niente da dire ad una figlia di babbani… per quanto lei incredibilmente bella fosse.
Bella, sì, era l’unico aggettivo che gli venisse in mente guardandola. Non ‘bona’ come poteva essere definita la Parkinson, o altri appellativi poco eleganti, quella ragazza era semplicemente incredibilmente bella. Bella come può essere un angelo, irradiava luce, una luce meravigliosa ed irraggiungibile alla quale lui, ogni volta, sistematicamente si costringeva a voltare le spalle.
Non gli era difficile in fondo, era sempre circondato da altre persone, Tiger e Goyle per primi e poi Pansy con la quale cominciava ad instaurarsi una certa intimità. Bastavano a ricordargli quali erano le origini di quella ragazzina.

Emily Rouge, questo era il suo nome, una Grifondoro ovviamente, ed una grande fan di quel grande e famosissimo figlio di puttana che era Harry Potter. Non aveva la più pallida idea di chi lui fosse fino a che non aveva messo piede ad Hogwarts, ma i racconti che le avevano fatto le sue amiche probabilmente erano bastati a conquistare anche lei. O almeno questo era il parere di Draco all’epoca.
L’aveva vista, più di una volta cercare di avvicinare Potter per parlargli, incoraggiata da amiche stupide e ridacchianti. Ma lui era troppo perso dietro a quella gatta morta di Cho Chang, e poi dopo era venuta la Weasley… Ma la piccola Emily a quel punto doveva aver rinunciato ad avvicinarlo, lui sempre così brillante ed impegnato, mentre lei era solo una ragazzina come tante altre, troppo piccola per il suo ‘idolo’ per lo più.

Il loro primo vero incontro avvenne l’anno dopo, all’epoca del Torneo Tremaghi.
Non era un bel periodo quello, per quanto Draco cercasse di non farlo capire a nessuno. Forse l’adolescenza, forse il fatto che i suoi genitori lo forzavano ad avvicinarsi ad un mondo dal quale avrebbe preferito tenersi fuori, forse il fatto che in quel mondo non poteva fidarsi di nessuno e non poteva permettersi il lusso di essere se stesso, e vivere di sorrisi falsi gli costava.
Era facile comportarsi da stronzo come faceva, essere cattivo e sfogarsi sugli altri per quel suo malessere, lo faceva sentire meglio, ci godeva quasi. Ma quando non c’era nessuno con cui prendersela, nessuno da ferire, era difficile.
Poteva raccontarsi bugie, come il fatto che quella era la sua indole e che lui era superiore a tutto il resto del mondo per quel cognome che portava, e crederci anche… fino a che non restava da solo e una vocina dentro di lui gli diceva ‘sei solo un fallito, Draco’.
Era fragile e non poteva permettersi di esserlo, succube di una famiglia ed un sistema che si aspettava da lui delle cose che non poteva permettersi di negare loro. Una vita di falsità, di bugie… era diventato maestro in questo, ma contro sé stesso non sempre funzionava.
Quella sera era una di quelle volte in cui non riusciva ad ingannare anche se stesso, una di quelle sere che quella vocina gli ripeteva che era un fallito e niente di più, che era solo e lo sarebbe rimasto per sempre.
Si era rifugiato nella gufiera e si era seduto alla finestra, con le gambe che pendevano di fuori, con lo sguardo fisso verso l’orizzonte.
“Vuoi buttarti?” gli domandò d’un tratto una voce alle sue spalle.
Draco si voltò verso la Grifondoro che era appena entrata, con una lettera da spedire stretta nella mano.
“Ci stavo pensando.” rispose lui piatto tornando a guardare fuori.
L’espressione di lei si fece seria e preoccupata, probabilmente aveva fatto quella domanda in modo ironico e non se l’aspettava quella risposta “Ma stai dicendo davvero?”
“No… non lo so.”
Sentì i passi della ragazza avvicinarsi, e la vide fermarsi accanto a lui. Si voltò a guardarla mentre poggiava i gomiti sul davanzale e fissava lo sguardo verso il campo da Quidditch sotto di loro. Bellissima, con i lunghi capelli ondulati lievemente mossi dal vento…
“Se non sei convinto non dovresti farlo. E’ alto da qui, potresti ripensarci a mezz’aria e desiderare di non esserti buttato. Solo che sarebbe un po’ tardi a quel punto.”
L’aveva detto in tono serio, ma lo fece sorridere, lei gli sorrise a sua volta segno che stava ironizzando.
“Draco Malfoy…” gli disse poi in tono pensieroso “Il secondo Cercatore più giovane nella storia del Quidditch, il secondo ragazzo più famoso e popolare della scuola…”
Il secondo… sempre il secondo…
“Stai cercando di convincermi a buttarmi?”
Lei ridacchiò colpevole, con una risatina dolce e melodica “No! No, ti giuro!”
La guardò con finto sospetto, poi decise “Va bene, ti credo.”
“Comunque… io sono Emily Rouge.”
Avrebbe potuto risponderle male a quel punto e dirle che non gli importava chi lei fosse, di spedire la sua lettere e poi lasciarlo in pace, ma la sua compagnia non gli dispiaceva “Lo so chi sei.” rispose semplicemente.
Lei indugiò qualche istante a quella risposta, ma decise di non soffermarsi sul motivo per cui già sapesse chi era “Bene, ho perso il vantaggio che credevo di avere.”
Era carina, e non solo d’aspetto, aveva dei modi molto carini, molto teneri.
Avevano parlato un po’ dopo, o meglio lei aveva parlato un po’ di sé, della scuola, di tutto quello che le era passato per la mente, col chiaro intento di distrarre quel Serpeverde da qualunque fosse il suo problema. Chiedergli cosa non andasse e cercare di farlo parlare sarebbe parso troppo sfrontato, non conoscendolo e non avendogli nemmeno mai parlato prima, e tutto quello che poteva fare in quel momento era parlare lei stessa e cercare di farlo pensare a qualcosa che non fosse ciò che rendeva quei suoi occhi di ghiaccio così tristi.
Da parte sua, Draco non parlò molto di rimando, ma la ascoltò un po’ perplesso ed un po’ divertito dalla parlantina di quella ragazza.

Non avevano più parlato poi, per tutto il resto dell’anno scolastico, anche se lei ogni tanto gli lanciava qualche occhiata complice e qualche sorriso, lui insisteva ad ignorarla altamente come se quell’incontro tra loro non fosse mai avvenuto.

Il loro secondo incontro fu nuovamente sull’espresso per Hogwarts, l’anno successivo, di ritorno dalle vacanze di Natale.
Suo padre si era preoccupato di fargli passare il peggior Natale possibile e lui aveva approfittato della presenza sul treno della Parkinson, che sembrava venerarlo come un dio, per farsi coccolare un po’ durante il viaggio. Non stavano assieme, anche se forse lei all’epoca non se ne rendeva conto dato che aveva fatto con lui cose che non aveva fatto mai con nessun ragazzo prima, ma a Draco quella situazione era molto comoda. Non provava niente per lei, ma finché gli lasciava fare del suo corpo ciò che più gli piaceva non gli dispiaceva affatto averla intorno.
La prima parte del tragitto l’aveva passata sdraiato su tre divanetti con la testa sulla gambe di Pansy, impegnata ad accarezzargli i capelli e posargli qualche piccolo bacio di tanto in tanto, e con Tiger e Goyle seduti davanti a loro in completo imbarazzo per tutto quello scambio di effusioni.
A metà viaggio la porta del loro scompartimento si aprì e ne comparve, probabilmente per sbaglio, una stravolta Emily Rougue dagli occhi lucidi, chiaro segno che aveva appena pianto per qualche motivo…
“Scusate… ma nel treno non sembrano esserci altri posti liberi… non è che potrei proseguire il viaggio qui con voi?... Prometto che me ne starò in silenzio e non vi darò fastidio…”
Draco sentì una stretta al cuore sentendo quella vocina flebile e spezzata. Pensò avesse litigato con qualcuno dei suoi compagni di scomparto e che stesse cercando un nuovo posto.
I compagni Serpeverde posarono lo sguardo su di lui, sorpresi ma anche divertiti dalla richiesta di quella Grifondoro, e Draco rispose.
“Proseguire il viaggio qui con noi? Non pretenderai mica che ci abbassiamo a dividere lo scomparto con una sporca mezzosangue, vero?” parole acide e cattive che sembravano scorrergli nelle vene come veleno.
Lo sguardo di lei si era fatto strano, non dispiaciuto, forse semplicemente sorpreso, ma rimase lì a fissarlo come se non avesse capito ciò che gli aveva appena detto.
“Sei ritardata o cosa? Sparisci.” le ringhiò continuando “Non ci sono altri posti, fai il viaggio in piedi… o scendi dal treno e tornatene da dove sei venuta, ed evita di avvelenare la nostra razza col tuo schifoso sangue babbano.”
La ragazza non accennò a volersene andare, il suo sguardo era intenso ed innocente, e sembrava chiedergli ‘perché mi stai dicendo queste cose?’. Fortunatamente però qualcuno tornò a prenderla per portarla via proprio quando il Draco stava incominciando ad esitare in quell’espressione indecifrabile.
“Emily! Che diavolo ci fai qui!” le gridò apprensiva una sua amica raggiungendola, ma fu l’ultima cosa che i Serpeverde poterono sentire perché, dopo il suo arrivo, la compagna richiuse con forza la porta dello scomparto e la trascinò via.

Durante l’anno scolastico i suoi amici avevano preso il vizio di sfottere quella ragazza per il modo in cui era apparsa nel loro scomparto del treno chiedendo ospitalità. Una sporca mezzosangue frignona, illusa e totalmente priva di cervello. Pansy e le sue amiche non sembravano volerle dare tregua e ogni volta che la vedevano la riempivano di dispetti.
Trasportato dai compagni anche Draco non aveva mancato di prenderla in giro quando gli capitava a tiro, facendo una tristissima imitazione di lei che piangeva chiedendo se poteva proseguire il viaggio con loro.
Una volta Potter si era anche intromesso per difenderla, anche se Draco dubitava l’avesse fatto prettamente per quella ragazza. Infatti sembrava parecchio nervoso in quel periodo e alla ricerca solamente di un capo espiatorio su cui sfogarsi… e chi meglio del caro vecchio Malfoy?
Comunque sia quell’episodio aveva visibilmente riacceso in Emily la speranza che il suo ‘idolo’ potesse accorgersi di lei. D’altronde ormai era cresciuta… e si era fatta davvero uno schianto.

C’era stato solo quel loro breve incontro in giardino fuori programma, qualche giorno dopo. Il suo gatto era intrappolato su un albero e non riusciva a scendere.
Lei lo chiamava ma il micio era terrorizzato e non sembrava pensarci minimamente a muoversi di lì.
Gli venne spontaneo, alzò la bacchetta verso il gatto e pronunciò la semplice formula “Wingardium Leviosa.”, immediatamente l’animale cominciò a levitare e, guidato dalla bacchetta del Serpeverde, atterrò sano e salvo tra le braccia della ragazza.
Emily lo osservò con evidente sorpresa “G-grazie…” balbettò accarezzando il suo gatto per tranquillizzarlo, probabilmente era l’ultima persona da cui si sarebbe aspettata un aiuto.
Draco scostò lo sguardo rincamminandosi, guardandola appena “Non l’ho mica fatto per te, ma per il gatto.”
A quelle parole, inspiegabilmente, lei sorrise. Il ragazzo si sentì lievemente stizzito alla cosa e fece per andare via senza aggiungere altro.
Fu lei a fermarlo, con una domanda che lo colpì molto, anche se forse a colpirlo fu il tono tremendamente serio e comprensivo con cui gliela porse “Malfoy… tu non sei cattivo, perché fingi di esserlo?”
Lo sguardo di Draco si posò su di lei sorpreso, ma anche quella volta non si smentì “Rouge… tu non sei cretina, perché fingi di esserlo?”
Ma contrariamente a quello che si sarebbe aspettato, lei sorrise nuovamente, in modo sincero e tremendamente dolce.

Non era nessuno, non era niente… ma Draco non riusciva a non tremare d’agitazione ad ogni sua parola, ad ogni suo sguardo. Lei gli faceva uno strano effetto, glielo aveva fatto sempre, ma non riusciva a capirne il motivo, sapeva solo che era una sensazione molto spiacevole, lo faceva sentire fragile… e debole. Una sensazione indegna per un Malfoy.
Senza contare poi quell’insano moto di rabbia che lo invadeva ogni volta che lei guardava Potter, con gli occhi che le brillavano e lo sguardo sognante…

Poi arrivò il giorno dell’incontro di Quidditch tra Serpeverde e Grifondoro. Sembrava una partita facile, gli avversari avevano quel buffone di Ronald Weasley come portiere, ed era un giocatore veramente scarso.
Molti Serpeverde ancora oggi ricordavano quella canzoncina che Draco stesso si era impegnato a comporre in sua dedica.

*Perché Weasley è il nostro re
ogni due ne manca tre
così noi cantiam perché
perché Weasley è il nostro re.

Weasley è nato in un bidon
ha la testa in un pallon
vinceremo noi perché
perché Weasley è il nostro re.*

Si, decisamente si era superato quella volta.
Ma era andata male, Potter aveva vinto l’ennesimo testa a testa all’inseguimento del boccino e aveva reso inutili i punti che la sua casa si era conquistata contro l’ ‘idiota Weasley’.
Aveva appena perso, quel bastardo sfregiato l’aveva appena battuto... di nuovo. Era umiliato e furioso e, ciliegina sulla torta, dagli spalti gli arrivò una voce famigliare, una voce capace da gelargli il sangue nelle vene.
“HARRY, SEI BELLISSIMO!! SEI IL MIGLIORE!!!”
Ecco, se prima era stizza per la sconfitta appena subita, ora grazie ad Emily Rouge era odio. La sua mente ringraziò Tiger quando, proprio in quel momento, lanciò quel bolide dritto sui reni dell’avversario dopo essersi accorto che aveva preso il boccino. Bene, stava a lui, doveva infierire, ma quella era una cosa che gli era sempre riuscita piuttosto bene.

CITAZIONE
“Hai salvato il collo a Weasley, eh?” disse a Harry “Non ho mai visto un portiere peggiore… ma d’altra parte è ‘nato in un bidon’… ti sono piaciuti i miei versi, Potter?”

Ma Harry non voleva dargli soddisfazioni, lo ignorò altamente e si voltò a salutare i propri compagni che scendevano dalle scope, raggiungendoli.

CITAZIONE
”Volevamo scrivere un altro paio di strofe!” continuò Malfoy, mentre Kate e Alicia abbracciavano Harry “Ma non abbiamo trovato delle rime per ‘grassa’ e ‘brutta’… volevamo omaggiare anche sua madre, e…”
“Tutta invidia Malfoy.” disse Angelina, scoccandogli un’occhiata disgustata.
“…non siamo riusciti nemmeno a inserire ‘povero fallito’… sai, suo padre…”

Ebbe l’impressione non troppo vaga che i due gemelli Weasley alle sue parole stessero per voltarsi e picchiarlo, ma non erano loro il suo obiettivo al momento…

CITAZIONE
”…Ma a te piacciono i Weasley, vero Potter?” lo canzonò Malfoy “Ci passi le vacanze e tutto il resto… Non capisco come fai a sopportare la puzza, ma immagino che quanto uno è stato allevato da Babbani anche la baracca dei Weasley vada bene…”

Cominciò a ridere di gusto, o almeno far finta di ridere di gusto dato che da ridere nel suo stato d’animo del momento non c’era proprio niente.
Bhè, ora aveva l’attenzione che voleva, doveva solo colpire… prima che i gemelli Weasley colpissero lui.

CITAZIONE
”O forse…” lo incalzò Malfoy, lanciando un’occhiata maligna di traverso mentre se ne andava “ti ricordi di quanto puzzava la casa di ‘tua’ madre, e il porcile dei Weasley te la fa tornare in mente…”

Era fatta, Potter non ci pensò un momento e si scagliò su di lui, accompagnato da uno dei gemelli Weasley… un prezzo che poteva anche pagare, tanto non era la prima volta che veniva preso a pugni.
In suo soccorso, come previsto, intervenne Madama Bumb con un “Impedimenta!” contro i suoi aggressori. L’insegnante di volo portò via Potter e il gemello Weasley per punirli, mentre Tiger ridacchiava, ma lo sguardo di Draco, il cui naso stava sanguinando copiosamente, andò automaticamente a cercare il viso di Emily.
Sembrava incredula e stizzita, probabilmente non era più tanto convinta che Potter fosse ‘il migliore’. Lo sguardo della Grifondoro si spostò sul Serpeverde, ma solo dopo l’uscita di scena del suo ‘grande amore’ Potter. Draco distolse il suo e si lasciò scortare in infermeria dagli amici Tiger e Goyle, aveva ottenuto quello che voleva: screditarlo ai suoi occhi… Però cavolo che male!

Con sua grande sorpresa era poi stato da lei raggiunto in infermeria, dove aveva deciso di passare il resto della giornata fingendosi malato e moribondo. Una piccola scusa per starsene un po’ in pace.
“Sei masochista Malfoy? Ti piace essere picchiato?”
Il ragazzo, steso nel suo letto, la guardò dapprima con sorpresa “Come, scusa?”
“Prima, sul campo di Quidditch. Le hai provate tutte per farti prendere a pugni da Harry, non è vero?”
Harry? Già erano arrivati alle confidenze?
“Bhè, almeno io quando voglio attirare la sua attenzione ci riesco.” rispose di puro istinto per rabbia, senza nemmeno pensarci su, e senza riflettere sul fatto che quella frase era chiaramente un’ammissione.
Lei scosse la testa visibilmente contrariata “Sei un idiota Malfoy.” stabilì con decisione, dopo di che girò i tacchi e se ne andò via lasciandolo lì da solo come un cretino.

Il suo piano non era andato poi così bene, era stato picchiato, lei ancora sbavava dietro quell’inutile Sfregiato ed in più ora sembrava odiarlo profondamente dato l’atteggiamento altezzoso che mostrava ogni volta che si incrociavano.
Se prima ad ogni loro incontro Emily si sforzava a cercare di nuovo in Draco quel piacevole ragazzo con il quale aveva parlato in gufiera, ora si era arresa all’evidenza dei fatti: Draco Lucius Malfoy era uno stronzo!
E per qualche motivo quel suo nuovo atteggiamento aveva la capacità di far attorcigliare le viscere di Draco in una morsa molto dolorosa.

Si incontrarono qualche giorno dopo in biblioteca, entrambi erano da soli e i passi del ragazzo si mossero da soli in sua direzione, sarebbe stato un grandissimo idiota a sprecare una così ghiotta occasione di parlarle. Quella stessa occasione che fino al giorno della partita era lei a cercare mentre lui la ignorava o scoraggiava.
Le se avvicinò e la salutò con un secco “Salve.”
Tentativo inutile, lei nemmeno alzò lo sguardo per guardarlo. Si limitò a chiudere il libro che stava leggendo ed andare via senza dire nemmeno una parola.
Il messaggio era abbastanza chiaro, ed insistere ulteriormente sarebbe stato inutile, oltre che molto idiota.
D’altronde che cosa gliene importava a lui? Non era altro che una schifosissima mezzosangue quella Emily Rouge, una ragazzina senza cervello che si lasciava abbindolare come tutte le altre da quell’esaltato mitomane di Harry Potter, con la sua bella cicatrice da eroe neonato, i suoi deliri sul ritorno dell’Oscuro Signore, quell’espressione tormentata, e cazzate varie.

Cominciò da quel momento a evitarla anche lui, come non fosse mai esistita, come se non si fossero mai incontrato. E forse fu meglio così, per entrambi.
Alla fine Emily riuscì a farsi notare da Potter, durante l’estate che precedeva l’ultimo anno di scuola di lui, e divenne finalmente la sua fidanzata ufficiale.
Draco l’aveva conosciuta per primo, l’aveva sognata prima ancora che quell’idiota Sfregiato si accorgesse della sua esistenza… eppure era lui ora che la baciava e che l’aveva nella sua vita. C’era qualcosa di terribilmente ingiusto in tutto ciò, e per quanto Draco si ripetesse di non avere rimorsi, il rancore era davvero tanto…


Continua...
 
Web  Top
0 replies since 13/3/2008, 02:55   115 views
  Share