Casa Soana, Myrddin e Nico Soana

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Neris
view post Posted on 7/9/2009, 15:05 by: Neris
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I guess you boys from temporal investigations are always on time!

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La casa di Myrddin e Nico era semplice, ma accogliente. Era un’abitazione come molte alte, in un quartiere babbano. Alle volte alla famiglia dispiaceva vivere in mezzo a non-maghi, era tutto più complesso, ma si erano abituati a quella vita, nel tempo passato in Italia. Domenico si trovava bene con i babbani della sua età, amava giocare con loro... e mettersi nei guai con loro. E Myrddin non ci faceva tanto caso, probabilmente lui non avrebbe giocato nemmeno con i figli di maghi, era già tanto se si staccava dai suoi libri.

L’abitazione era abbastanza moderna, anche se era costruita in modo da ricordare l’antichità: il metallo delle finestre e dei balconi, ad esempio, si piegava a formare delle decorazioni floreali o delle spirali. Era ben pitturata, tanto che i vicini spesso si chiedevano come era possibile che, da quando la famiglia Soana era giunta a Canterbury, aveva dovuto pitturare la casa solo una volta, quando (dopo qualche discussione tra i componenti) aveva deciso che l’esterno doveva essere di un lilla molto chiaro. Alle domande Liliana aveva alzato le spalle, rispondendo con un sorriso -Magia!-. Inutile dire che nessuno l’aveva presa sul serio.
La famiglia aveva un giardino un po’ piccolino, circondato da un’alta e spessa siepe, che permetteva di avere una certa intimità. Sicuramente non era possibile volare con la scopa in uno spazio così ridotto, per farlo preferivano andare in qualche luogo aperto e isolato, ma bastava a contenere il piccolo orto di Liliana (del quale poco o niente serviva per cucinare), un pezzo di prato e lo spazio per entrare con l’automobile.
La casa aveva tre piani: al piano terra c’erano il salotto, la cucina, un bagno e una piccola biblioteca ben fornita; al primo piano le camere da letto, una delle quali che Myrddin e Nico si dividevano; e in soffitta lo spazio per gli esperimenti di magia che Artemisia adorava fare e per l’essicazione delle erbe di Liliana.



Era una normale mattinata d’agosto... o almeno lo sarebbe stato in un’altra occasione. Myrddin era chiuso nella camera che divideva col fratello, disteso sul suo letto. Stava rileggendo per l’ennesima volta la Chimera di Vassalli, ma aveva qualche difficoltà nel concentrarsi.
*Diamine, e se la lettera non arriva?* Era il pensiero che continuava a passargli per la mente, un pensiero leggermente ridicolo, a dire il vero. Era ovvio che doveva arrivare. Lui aveva ereditato i poteri della madre, lo avevano dimostrato tutte quelle volte che attorno a lui erano accaduti fatti strani. Eppure... eppure... non poteva non preoccuparsi.

-Merlino!- Domenico spalancò di colpo la porta, entrando quasi di corsa nella stanza. Aveva appena fatto la doccia, quindi indossava ancora l’accappatoio e i suoi capelli, lunghi e lisci, sgocciolavano da tutte le parti. Ma la cosa che fece trasalire il fratello non era tanto che Nico stava bagnando il tappeto e il pavimento, ma che i suoi capelli erano...

-Blu!?- Esclamò Myrddin, con un’espressione sconvolta in viso. -Ti sei tinto i capelli!?-
-Sì!- Fu la risposta del fratello, che trasudava orgoglio da tutti i pori. -Son fantastici, non trovi? Ho usato un intruglio di mamma.-
-Ah! Quindi mamma era d’accordo?-
-Sì, l’ha convinta Arty.-
-Per farsi qualche risata alle tue spalle, molto probabilmente.- Ribatté Myrddin, indeciso se ridere o piangere. Sua sorella Artemisia era terribile. Alle volte veniva spontaneo chiedersi se aveva venticinque anni o cinque.
-Ma allora, ti piacciono?-
*Assolutamente no.* Pensò Myrddin, ma disse: -Certo, stai benissimo. È per farmi vedere i tuoi capelli che stai bagnando tutto?-
Questa volta toccò a Nico trasalire.
-No, no... sono appena arrivate le lettere!- Esclamò entusiasta. -Ho aperto la finestra del bagno per far uscire tutto quel vapore acqueo e il gufo si è fiondato dentro! Sarà perché era l’unica finestra senza zanzariera?-
Nico era evidentemente perplesso, ma in quel momento al fratello non importava granché di sapere perché il gufo era entrato proprio da lì. Myrddin si alzò in piedi, il libro dimenticato sul letto. -E dove sono le lettere?- Chiese, con tutta la pazienza che riuscì a trovare. Alle volte sembrava che Domenico facesse apposta a farlo morire di agitazione.
-Eccole!- Disse Nico, tirando fuori due spesse buste pergamenate da una delle due enormi tasche dell’accappatoio. -Questa è la tua.- Continuò, gettandola verso il fratello, che riuscì miracolosamente a prenderla al volo, afferrandone un angolo.
 
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