Ufficio di Sebastian Mantegna, Insegnante di Bardismo [Assistente: Belial]

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view post Posted on 27/8/2009, 07:20
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La Corte dei Miracoli

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Bizzarro... Questa è la prima parola che dovrebbe venire in mente quando si entra nell’ufficio del professor Sebastian Mantenga.
Si tratta di una stanza non troppo grande, ma che esprime perfettamente l’indole del suo proprietario. A differenza di molti altri uffici, questo è dotato di parecchie piccole finestre, coperte con delle tendine a pezze multicolore. La scrivania, sempre strapiena di fogli e fogliacci buttati sopra alla rinfusa, è piccola, dalla forma irregolare e le gambe a S che gli danno un aspetto che potrebbe essere definito caotico. Stessa conformazione la possiede anche la sedie posta dietro ad essa.
Sulla destra c’é una libreria a mensole, che però viene usata come porta oggetti. Ci sono parecchi strumenti musicali: liuto, flauto, ocarina, mandolino, lira... e con tutta probabilità il professore è in grado di utilizzarli tutti. Vi sono posti però anche altri oggetti, tra cui dei dadi e delle carte da gioco, parecchi libri di poesie e storie e degli abiti di scena.
Sulle pareti vi sono appesi e incorniciati in modo caotico e irregolare alcuni spartiti musicali, probabilmente delle composizioni dello stesso insegnante. Appendere le proprie composizioni non é una cosa solita per un bardo, chiunque potrebbe leggerle e copiarle, se non fosse che anche il più grande maestro di musica sarebbe stato incapace di leggerle, dato che sono scritte in modo cifrato e, suonate cosi, sarebbero improponibili.
Ma la cosa che rende più bizzarra e confusa quella stanza è la parete sulla quale è situata la porta, proprio di fronte alla scrivania, la quale è stata totalmente dedicata all’esposizione di maschere. Ce ne sono di tutti i tipi, una che sorride in modo diabolico, una divisa a meta con una parte bianca che ride e l’altra nera che piange, un'altra molto simile al volto di una bambola di porcellana, un paio tradizionali di alcune tribù africane, e così via. Le maschere sono dispose in ordine caotico, e un occhio attento potrebbe notare che rappresentano le umane condizioni, cosa sulla quale solitamente i bardi basano le loro storie.
C’e inoltre una piccola colonna vicino alla sua scrivania, sulla quale si trova un violino babbano, sopra il quale è riportata la scritta <stradivari>, anche se sembra che sopra sia stata apportata un incisione magica. Dall'altro lato della scrivania è invece posta una particolare arpa dorata e splendidamente ornata di figure mitologiche.
Nell'angolo accanto la libreria vi è poi un manichino in doppiopetto, con indosso quello che parrebbe un ennesimo abito di scena.
Per quanto riguarda la sinistra dell'ufficio, il lato munito di finestre, è riservata al suo assistente Belial. Vi è per lui una scrivania uguale a quella dell'insegnante stesso ma leggermente ridotta di dimenzioni, mentre, in quell'angolo della stanza accanto alla porta, è stato sistemato un piccolo tavolino rotondo con la superficie in vetro, sul quale è posto un elegante servizio da thè in porcellana. Sopra ad esso vi è un classico orologio a cucu regolato a suonare per le 17.00 in punto, l'ora del thè. A quell'ora infatti maestro e allievo hanno l'abitudine di lasciare in sospeso ogni cosa stiano facendo per la loro pomeridiana pausa per il thè.

Sempre sulla sinistra, al muro in fondo alla stanza, vi è una porta che conduce alla camera da letto che Mantegna e Belial condividono.
La stanza si presenta un po' come una camera universitaria abitata da due studenti particolarmente eccentici disordinati, molto piccola e con due letti separati posti uno di fianco all'altro. Anche qui vi sono spartiti appesi alle pareti, quelli a cui Sebastian è più affezionato. E anche qui tendine a pezze multicolore sono state apportate alle finestre.
Libri, racconti, poesie e spartiti incompleti sono sparsi un po' ovunque, praticamente tappezzando l'intera camera da uno o più strati di carta scritta e componimenti vari.
Ma la parte più particolare dell'intera stanza è senza dubbio il guardaroba, grande almeno il doppio della camera stessa da far invidia a qualsiasi donna, gremito di abiti, maschere teatrali e vari altri materiali di scena.
 
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