Casa Mason

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*Saturno*
view post Posted on 7/9/2009, 20:56




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Per acquistare l'abitazione sua e di Misato, Felicia Mason aveva consumato quasi del tutto quelli che erano stati anni di risparmi, ma era stata felice di farlo, sia perchè per la prima volta avrebbe avuto una casa tutta sua, sia perchè avrebbe finalmente potuto abitare assieme alla sua figlioccia Misato senza dover patire le altre istitutrici. Così acquistò una piccola casetta poco lontana dall'orfanatrofio, circondata da uno striminzito giardino, qualcosa di carino ed appartato che ben si adattava ai suoi gusti.
L'ingresso era una sorta di quadrato angusto, che aveva le scale a destra, la porta per la cucina di fronte ed un appendiabiti a sinistra. Al primo piano c'era la cucina, collegata direttamente al salone, nel cui centro campeggiavano il tavolo e le sedie in legno; in legno era ancora il mobile per la cottura addossato alla parete. Nello spazio adibito a salone, ribassato rispetto alla cucina, c'erano invece due divani color giallo ocra ed un mobiletto di nuovo in legno che sosteneva la tv. Al secondo piano invece c'erano le due camere da letto e l'angusto bagno, collegati dal corridoio. Felicia aveva preso per sè la camera da letto più piccola, dalla tinta gialla, che aveva arredato con un semplice letto, il comodino con la lampada, ed un armadio. La camera di Misato invece era la stanza più arredata: vi erano infatti il letto, con accanto il comodino, la libreria, dove teneva i libri, gli spartiti e lo stereo, la scrivagnia, l'armadio, e la batteria. Era parecchio disordinata, e su quasi ogni centimetro libero di pareti, armadio e porta c'erano attaccati poster di gruppi Metal, Punk o Gothic.

Quel fatidico giorno di novità arrivò cogliendole nel tardo pomeriggio, mentre che Misato era nella sua camera a suonare una delle sue canzoni preferite al violino, e Felicia, intenta a peparare la cena, lo seguiva fischiando; si sarebbe sicuramente arrabbiata perchè non l'aveva chiamata ad aiutarla, ma a Felicia piaceva impegnarsi per gli altri, quindi decise di non avvertirla. E poi, se fosse scesa, la torta alle mele per dopo cena non sarebbe stata più una sorpresa.
Mentre che la carne bolliva si dedicò al tavolo, sul quale stese una tovaglia ricamata con mucche stile fumetto, chiedendosi se alla fine non l'avrebbe tradita l'odore intenso di dolce che aveva riempito la cucina e che, ne era certa, presto si sarebbe espanso per tutta l'abitazione; accese la televisione non appena Misato terminò il suo pezzo al violino, mettendo sul canale dei documentari che al momento descriveva le abitudini dei polpi. Nel frattempo l'altra inquilina si riposava dal pezzo, appena suonato, indecisa se continuare col violino oppure dedicarsi alla batteria che tanto amava; mentre che rifletteva la colse un certo odore di dolce, e, d'un tratto, pensò che Felicia non l'aveva di nuovo chiamata per cucinare. Stava per scendere ma si fermò prima a riallacciarsi una scarpa, brontolando un po'.

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La canzone che suona Misato, se interessa:
 
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view post Posted on 11/9/2009, 17:59
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Nello stesso istante, poco lontano, un giovane sulla 20ina stava tranquillamente passeggiando per la stradina che conduceva a casa Mason. Vestito come un vagabondo, fischiettando e facendo roteare con la mano il suo bastone da passeggio.
Arrivato nei pressi dell’abitazione la sua attenzione venne catturata dal suono di un violino elettrico, bloccandolo nel bel mezzo della via ad ascoltare per qualche momento. La composizione sembrava Oxford Suite Pt 4, di Ed Alleyne-Johnson, un artista inglese babbano di un grande talento. Chiunque stesse suonando quella sinfonia dimostrando di conoscerlo nonostante la poca notorietà era senza dubbio una persona degna di considerazione.
Inutile dire quindi che, quando giunse di fronte l’abitazione verso la quale era stato spedito per consegnare la lettera d’ammissione a New Hogwarts ad un’ignara futura neo studentessa, e si rese conto che quella melodia proveniva proprio dalla camera di quest’ultima, un sorriso compiaciuto si dipinse sulle sue labbra.
Che non amasse particolarmente mischiarsi tra i babbani era una cosa risaputa, non avendo una grande considerazione sulla stragrande maggioranza degli esponenti di quella razza, per questo quando doveva andare a prelevare nuovi giovani studenti lo faceva solamente quando il background personale del ragazzo in questione lo affascinava per qualche motivo.
Quella ragazzina, Misato Wicker, a quanto aveva appreso amava la musica e suonava davvero egregiamente due tra i suoi strumenti musicali preferiti: il violino e la batteria. Piuttosto curioso il fatto che una persona si preoccupasse di imparare a suonare due strumenti così lontani tra di loro. Denotava a suo parere un amore ed una passione per la musica in quanto tale e non limitata ad un singolo genere, e questo gli piaceva.

Attese sotto casa, con lo sguardo alla finestra come un gatto in amore, fino a che la melodia non si interruppe, dopo di che avanzò verso l’entrata per suonare il campanello.
Posizionandosi davanti la porta dell’abitazione e dandosi una sistemata per essere ricevuto, roteò per l’ultima volta il suo bastone da passeggio, che sparì magicamente dalle sue mani. Studiò per un momento la porta in legno ed i suoi dintorni alla ricerca di qualcosa che potesse sembrare un campanello e, trovandolo più facilmente del previsto, lo suonò.
Dopo aver suonato prese il proprio vecchio e logoro cappello tra le mani, poggiandolo sul proprio petto, e rimase in attesa con un faccino da orfanello speranzoso d’essere adottato e nutrito.
 
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*Saturno*
view post Posted on 11/9/2009, 21:17




Il suono di un delicato e classico DLIN-DLON echeggiò per la casa, facendo sobbalzare Misato; uscì dalla camera e percorse il corridoio fino all'inizio delle scale, dalle quali poteva vedere Felicia che apriva la porta a quello che era uno sconosciuto, un barbone a giudicare dagli abiti, ma che aveva secondo la ragazza un'aria che lasciava presagire qualcos'altro. Felicia lo guardò un po' perplessa per un attimo, poi recuperò il suo solito sorriso gentile e disse: - Buonasera, signore! Cosa desidera?-
Lì dov'era, Misato era ora certa che Felicia avesse preparato la torta alle mele: ce n'era infatti un tale odore che avrebbe fatto venire l'acquolina in bocca a chiunque, sicuramente abbastanza intenso da aver investito lo sconosciuto sulla soglia della porta quando questa era stata aperta dalla sua tutrice; la ragazza avrebbe scommesso qualunque cosa che prima di farlo andare via la donna gliene avrebbe offerta almeno una fetta. Ma chissà che voleva quell'uomo? Era un mendicante o voleva qualcos'altro da loro? Misato era curiosa ed attratta dallo sconosciuto; Felicia invece si era fatta subito l'idea che quello sconosciuto non voleva niente di male, aveva un'aria troppo per bene.
 
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view post Posted on 13/9/2009, 00:02
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Mantegna si vide una donna aprirgli la porta, sembrava una donna gentile ed aveva un bel sorriso, anche se lo depresse non poco essere chiamato ‘signore’.
- Ma come signore...? - piagnucolò con un faccino da cane bastonato. Non aveva ancora nemmeno 30 anni e già veniva chiamato signore, accidenti se doveva portarseli male!
Fortunatamente il profumino intenso di torta in fase di cottura lo distrassero da quel pensiero funesto e, col fare più naturale del mondo, Sebastian si dipinse sulle labbra il suo più ampio sorriso da jolly e superò Felicia e Misato entrando in casa, commentando allegramente - Ma che delizioso profumino! Deve esserci senza dubbio una cuoca eccezionale in questa casa! -
Pronunciò queste parole percorrendo alcuni passi nell’ingresso e studiando vistosamente l’ambiente dando le spalle alle due inquiline seguendo il proprio olfatto. Dopo di che si voltò di nuovo in loro direzione studiandole dubbioso, come se si stesse domandando che cosa ci facessero lì quelle due, poi, ignorando altamente lo sguardo perplesso che sapeva gli avrebbero rivolto, si diresse con un sorriso raggiante verso Felicia e le stinse la mano con entrambe le sue, scuotendola energicamente ed esclamando - Ah! Lei deve essere la giovane Misato Wicker, non è vero? Piacere, piacere! -
Non diede loro modo di correggerlo dall’errore, che il bizzarro insegnante di Bardismo proseguì convinto presentandosi - Yo soy Sebastian Mantegna! Es un gran placer para mí hacer tu conocimiento! - cominciando a parlare spagnolo chissà per quale morivo.
Detto questo cominciò a frugarsi nelle tasche come alla disperata ricerca di qualcosa. Quando finalmente la trovò, tirò un pezzo di cartoncino elasticizzato e decorato che somigliava tanto ad un biglietto da visita, e Mantegna lo porse infatti a Felicia spiegando - Il mio biglietto da visita, a lei. -
Al lato destro del bigliettino vi era una raffigurazione in miniatura, molto veritiera, di Mantegna in una posa che invitava a leggere le scritte che erano riportate accanto a lui.
La scritta di presentazione citava:

SEBASTIAN MANTEGNA

Attore, ballerino, artista da strada, poeta, musicista, pittore, giocoliere, ventriloquo, illusionista, menestrello, cantautore, circense, ritrattista e gran bravo ragazzo.

 
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*Saturno*
view post Posted on 13/9/2009, 21:38




Si, lo aveva chiamato proprio signore: essendo abituata ad educare dei bambini piccoli, Felicia si rivolgeva a tutti coloro che superavano i 20 anni impiegando il titolo di 'signore'. Questo colpo però non impedì all'ospite di entrare e lodare, sorridente, le doti della tutrice, dirigendosi probabilmente a naso verso la cucina; poi si fissarono a vicenda, le due erano interdette, e l'estraneo ripartì, rivolgendosi stavolta a Felicia in particolare - sbagliandone però l'identità e prendendola per Misato. Neanche il tempo di avvertirlo della gaffe, che proruppe in esclamazioni spagnole il cui significato naturalmente non fu recepito dalle orecchie delle astanti, e rovistò indiavolato nelle proprie tasche per poi mollare tra le mani della stupita Felicia quello che era un curioso biglietto da visita.
Misato lo aveva osservato con stupore e meraviglia per tutto il tempo, chiedendosi come conoscesse il suo nome; dopo che diede il biglietto a Felicia, ma lei lo scambiò per un volantino e prese titubante la parola dicendo: - Ehm... veramente Misato Wicker sono io... lei viene da un circo?-
Felicia nel frattempo osservò attentamente il biglietto da visita e si rivolse anch'essa estasiata e rossa in volto all'uomo, dicendo: - Io sono Felicia Mason, molto piacere! Sono la tutrice di Misato, si accomodi, vuole una fetta di torta? - Artista di strada e bravo ragazzo, due fattori che rendevano il professore parecchio appetibile dalla tutrice, tra l'altro anche molto ingenua. Entrambe interessate ed ingenue nei confronti dell'ospite, in quell'istante sembravano più sorelle che madre e figlia.
 
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