Casa di Kefka Palazzo

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psychomantislive
view post Posted on 11/9/2009, 19:28




La casa del giovane ladruncolo si trovava in campagna, si presentava come un vecchio rudere, pieno di crepe e piante rampicanti qua e là. vicino alla casa c'era una grande quercia, con la corteccia piena di tagli di coltello, segno che qualcuno si esercitasse o forse si divertisse a fare del male al povero albero. All'interno della casa, poco illuminata per via delle tegole di legno affisse alle finestre, c'era un vecchissimo tappeto senza alcun valore, a sinistra della casa si poteva entrare in una vecchia cucina, con un fornello ancora funzionante ed un tavolo pieno di segni; alla destra dell'entrata si poteva accedere al bagno, un piccolo, sporco, vecchio e malridotto bagno; salendo la pericolosa rampa di scale, che sembrava dovesse cadere da un momento all'altro, si arrivava ad un corridoio con due camere ed un piccolissimo ripostiglio, una di queste due camere era del tutto vuota, mentre nell'altra si poteva trovare un letto all'apparenza molto scomodo, un armadio stranamentelucido e una scrivania con una sedia.

Il giovane ragazzo stava giocherellando con le "sue" due bambole, camminando su e giù su quella scala che, sicuramente un giorno o l'altro avrebbero detto addio al mondo; nessuno aveva insegnato a Kefka che le bambole non erano giochi per ragazzi, ma nessuno c'era mai stato per lui, questo lo rendeva libero da ogni formalità e se per questo, lui non se ne preoccupava minimamente. Due sere prima aveva rubato un sacco di patate ad un vecchio signore, abitante del villaggio vicino, stava per rimetterci la pelle, il vecchio signore lo stava per infilzare con la sua forca, ma come sempre Kefka la scampava e finiva con il godersi il bottino, anche se gli era costato la sua preziosa mantella rossa, che si era strappata; i giochi quel giorno non erano i migliori per questo fattaccio che non poco aveva irritato il ladruncolo, che imprecava e a volte lanciava sul muro le bambole imprecando anche contro di esse, di non essere all'altezza anche se non si sapeva di cosa.

Edited by psychomantislive - 11/9/2009, 20:59
 
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view post Posted on 12/9/2009, 22:58
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Quel giorno Sebastian Mantegna era stato mandato a recuperare un futuro neo studente niente di meno che in Russia, in un piccolo e povero quartiere babbano nei pressi dela campagna.
In genere non amava mischiarsi con i babbani per andare a consegnare lettere come un banale postino, lui che della magia aveva fatto il suo biglietto da visita. I babbani non capivano la magnificenza dell’arte e dell’illusione, erano creature aride e disilluse che non avrebbero mai potuto capire. Quando aveva letto il background di quel ragazzo, Kefka Palazzo, però se ne era letteralmente innamorato, e si era addirittura offerto volontario per andare a consegnargli l’ammissione a scuola.
Era un ragazzo particolare, e questo gli piaceva, per certi tratti la loro storia poteva definirsi molto simile, e anche questo gli piaceva. Certo, sapeva che il compito che si era prefissato poteva non essere molto semplice, ma era fiducioso, e, in fondo… era o non era l’insegnante di Bardismo della scuola più rinomata del mondo magico? Lui poteva ottenere dal prossimo quel che voleva, e se le sue doti naturali non bastavano allora non serviva che un tocco di magia.

Arrivò di fronte a quella che doveva essere l’abitazione del ragazzo ma che sembrava tanto una baracca abbandonata, con indosso il suo miglior abito da menestrello, e bussò alla porta con fare deciso.
Mentre attendeva che il padrone (abusivo) di casa gli aprisse, scoccò le dita e in un istante un grazioso mandolino apparve tra le sue braccia, e Mantegna incominciò a suonare un’allegra melodia da corte medievale.
 
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psychomantislive
view post Posted on 12/9/2009, 23:20




Nel mentre del suo pestaggio alla povera Ariel, la sua bambolina bionda con le trecce, iniziò ad ecchegiare nell'aria una strana melodia, dal sapore antico e medievale, molto bella certo, se non fosse che Kefka riteneva tutto ciò che poteva essere bello una cosa da odiare, una schifezza e quella musica in quel momento si era trasformata in un grande fastidio per le sue orecchie; fermandosi all'istante e girando pian piano la testa verso la porta di casa, Kefka assunse uno sguardo socchiuso, di chi è molto arrabbiato e infastidito, prese a camminare velocemente e a scatti verso la porta, guardando la porta in modo sempre più torbido, come se dall'altra parte dovesse trovarvi un povero mendicante da mandare via a calci. Arrivato così alla porta, la aprì e si ritrovò di fronte un uomo vestito in modo elegante e capì subito, guardando il fastidiosissimo mandolino, che era quella la persona che stava suonando la così tanto odiosa melodia -Chi sei?? Cosa vuoi?!- disse Kefka guardando in modo sempre più storto lo sconosciuto, sembrava dovesse attaccarlo da un momento all'altro.
 
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view post Posted on 15/9/2009, 19:54
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Ed eccolo lì, il ragazzo che era tanto ansioso di conoscere andò ad aprirgli la porta decisamente irritato, non che Sebastian si fosse aspettato qualcosa di diverso.
In risposta allo sguardo in cagnesco che il ragazzo gli stava rivolgendo, l’insegnante di Bardismo gli rivolse un perfetto sorriso da jolly a 120 denti, allargando le braccia come ad un accenno di abbraccio, lasciando cadere il mandolino che però non raggiunse mai il terreno. Cadendo dalle braccia del suo padrone, infatti, il mandolino semplicemente… scomparve in un “puff!”.
A distrarlo da quella sorprendente sparizione, Mantegna continuò a comportarsi allegramente, famigliarmente e come niente fosse, commentando - Ah, eccolo qui! Kefka Palazzo presumo, non è così? - fece una piccola pausa come in attesa di una risposta, ma poi proseguì interperrito senza dargli modo di ribattere alcunché, spostandolo con il braccio per entrare in casa nonostante non fosse stato invitato.
- Bene bene bene, sei proprio la persona che stavo cercando. Oh, ma che bella sistemazione che ti sei trovato, davvero graziosa. - cominciò a blaterare percorrendo alcuni passi all’interno dell’abitazione abbandonata di cui Kefka aveva preso possesso, dopo d che si voltò nuovamente in direzione del ragazzo presentandosi prima che trovasse il modo di infilzarlo con una forca e buttarlo fuori a calci.
- Ma che maleducato che sono! Ho dimenticato di presentarmi! - esclamò con fare vagamente teatrale, per poi prostrarsi in un decisamente teatrale inchino - Il mio nome è Sebastian Mantegna, Señor. Lieto di fare finalmente la sua conoscenza. - a quel maestoso inchino Sebastian alzò nuovamente lo sguardo sul ragazzo, senza però rialzarsi, ed aggiunse, sempre senza dare modo al giovane di parlare e bloccandogli le parole in bocca con la sua irruenza ogni volta che ci provava, - Ma lascia che ti mostri il mio biglietto da visita! - e così dicendo scoccò le dita e, dal nulla, sospeso a mezz’aria proprio davanti al naso del giovane Kefka, apparve un biglietto da visita plasticizzato.
Al lato destro del bigliettino vi era una raffigurazione in miniatura, molto veritiera, di Mantegna in una posa che invitava a leggere le scritte che erano riportate accanto a lui.
La scritta di presentazione così citava:

SEBASTIAN MANTEGNA

Attore, ballerino, artista da strada, poeta, musicista, pittore, giocoliere, ventriloquo, illusionista, menestrello, cantautore, circense, ritrattista e gran bravo ragazzo.


La raffigurazione di Mantegna sul biglietto da visita si voltò quindi a guardare il ragazzo e, dopo avergli fatto cenno si avvicinarsi come a dovergli svelare un segreto, a bassa voce e in tono confidenziale gli disse - Detto tra noi, il biglietto da visita sarebbe da aggiornare, dato che quello stoccafisso - indicando il vero Sebastian - è anche insegnante di una delle scuole di magia rinomate del mondo magico. Ma ogni volta quello scanzafatiche si inventa che non ha ancora trovato il tempo per farlo - annuendo infine saccentemente, per poi commentare - Eheh scuola di magia, figo eh? -
- Ah! - prese la parola Mantegna proprio in quel momento, rialzandosi dall’inchino e senza accennare d’aver udito una sola parola della sua riproduzione cartacea - Tecnicamente... quel biglietto da visita sarebbe incompleto... visto che attualmente sono anche un insegnante di Bardismo in una delle scuole di magia e stregoneria più rinomate al mondo! - annunciò con teatrale orgoglio - Ma ancora non ho trovato il tempo di aggiornarlo, ahimè! -
- Visto? Che t'avevo detto? - commentò il mini-Mantegna del biglietto da visita, incrociando le braccia sul petto soddisfatto di sè.
 
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