Ed eccolo lì, il ragazzo che era tanto ansioso di conoscere andò ad aprirgli la porta decisamente irritato, non che Sebastian si fosse aspettato qualcosa di diverso.
In risposta allo sguardo in cagnesco che il ragazzo gli stava rivolgendo, l’insegnante di Bardismo gli rivolse un perfetto sorriso da jolly a 120 denti, allargando le braccia come ad un accenno di abbraccio, lasciando cadere il mandolino che però non raggiunse mai il terreno. Cadendo dalle braccia del suo padrone, infatti, il mandolino semplicemente… scomparve in un “puff!”.
A distrarlo da quella sorprendente sparizione, Mantegna continuò a comportarsi allegramente, famigliarmente e come niente fosse, commentando - Ah, eccolo qui! Kefka Palazzo presumo, non è così? - fece una piccola pausa come in attesa di una risposta, ma poi proseguì interperrito senza dargli modo di ribattere alcunché, spostandolo con il braccio per entrare in casa nonostante non fosse stato invitato.
- Bene bene bene, sei proprio la persona che stavo cercando. Oh, ma che bella sistemazione che ti sei trovato, davvero graziosa. - cominciò a blaterare percorrendo alcuni passi all’interno dell’abitazione abbandonata di cui Kefka aveva preso possesso, dopo d che si voltò nuovamente in direzione del ragazzo presentandosi prima che trovasse il modo di infilzarlo con una forca e buttarlo fuori a calci.
- Ma che maleducato che sono! Ho dimenticato di presentarmi! - esclamò con fare vagamente teatrale, per poi prostrarsi in un decisamente teatrale inchino - Il mio nome è Sebastian Mantegna, Señor. Lieto di fare finalmente la sua conoscenza. - a quel maestoso inchino Sebastian alzò nuovamente lo sguardo sul ragazzo, senza però rialzarsi, ed aggiunse, sempre senza dare modo al giovane di parlare e bloccandogli le parole in bocca con la sua irruenza ogni volta che ci provava, - Ma lascia che ti mostri il mio biglietto da visita! - e così dicendo scoccò le dita e, dal nulla, sospeso a mezz’aria proprio davanti al naso del giovane Kefka, apparve un biglietto da visita plasticizzato.
Al lato destro del bigliettino vi era una raffigurazione in miniatura, molto veritiera, di Mantegna in una posa che invitava a leggere le scritte che erano riportate accanto a lui.
La scritta di presentazione così citava:
SEBASTIAN MANTEGNA
Attore, ballerino, artista da strada, poeta, musicista, pittore, giocoliere, ventriloquo, illusionista, menestrello, cantautore, circense, ritrattista e gran bravo ragazzo.
La raffigurazione di Mantegna sul biglietto da visita si voltò quindi a guardare il ragazzo e, dopo avergli fatto cenno si avvicinarsi come a dovergli svelare un segreto, a bassa voce e in tono confidenziale gli disse - Detto tra noi, il biglietto da visita sarebbe da aggiornare, dato che quello stoccafisso - indicando il vero Sebastian - è anche insegnante di una delle scuole di magia rinomate del mondo magico. Ma ogni volta quello scanzafatiche si inventa che non ha ancora trovato il tempo per farlo - annuendo infine saccentemente, per poi commentare - Eheh scuola di magia, figo eh? -
- Ah! - prese la parola Mantegna proprio in quel momento, rialzandosi dall’inchino e senza accennare d’aver udito una sola parola della sua riproduzione cartacea - Tecnicamente... quel biglietto da visita sarebbe incompleto... visto che attualmente sono anche un insegnante di Bardismo in una delle scuole di magia e stregoneria più rinomate al mondo! - annunciò con teatrale orgoglio - Ma ancora non ho trovato il tempo di aggiornarlo, ahimè! -
- Visto? Che t'avevo detto? - commentò il mini-Mantegna del biglietto da visita, incrociando le braccia sul petto soddisfatto di sè.