Ufficio di Odion Wu, Insegnante di Dominazione della Materia

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view post Posted on 13/9/2009, 05:45
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La Corte dei Miracoli

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L’ala del castello in cui si trova l’ufficio di Odion Wu provoca agli studenti la strana sensazione di fare un tuffo nelle Terre del Sol Levante durante l’epoca Sengoku, oppure nei pressi della Città Proibita in Cina o a Lhasa, la capitale del Tibet e residenza tradizionale del Dalai Lama.
E in effetti questi tre elementi sono stati abilmente mescolati dall’insegnante di Dominazione della Materia nel perfetto luogo di armonia e meditazione su sfondo tradizionalmente orientale che è il suo ufficio.

Il lungo corridoio che conduce all’ufficio vero e proprio del pofessor Wu si presenta come una sorta di museo sull’oriente: un’anticamera di quel che ci si potrebbe aspettare una volta varcato l’ingresso.
Una serie di armature da samurai dall’aspetto antico sono state esposte in teche lungo il lato sinistro di tutto il corridoio, sul lato destro sono invece esposti innumerevoli dipinti, molti dei quali originali, ad ambientazione cinese, coreana o giapponese.
Parlando dei muri, invece, risultano variopinti: blu con affreschi di color arancione che richiamano molto il celebre quadro di Lang Shining (pittore italiano del ‘700 vissuto in Cina) raffigurante l’imperatore Qianlong e la sua concubina Reale.
Il corridoio si conclude con un vicolo cieco sul quale vi è una targa con una scritta giapponese che cita < 血気の勇を戒むること > ovvero “Astieniti dalla violenza e acquisisci l'autocontrollo”, uno dei dojo principali nella via delle arti marziali, riconducibile anche allo stile di vita dell’insegnante stesso.
Quasi al termine del corridoio, sulla destra vi è un ampio e largo portone in legno laccato di rosso, con maniglioni, chiudiporta e cerniere in bronzo, dall’aspetto antico e che riporta molto alle entrata dei templi cinesi. Ed è quello l’accesso all’ufficio vero e proprio.
Sopra il portone rosso l’insegnante ha inoltre posto, per gli studenti in visita, un piccolo quesito mirato a far riflettere. Su una targhetta dorata si leggono infatti le seguenti parole, in inglese ma con una scritta spigolosa che ricorda molto il cinese semplificato: < Come si può impedire ad una goccia d’acqua di asciugarsi? >

Varcando la soglia del portone ci si ritrova con immensa sorpresa non in una stanza quanto invece a quello che avrebbe l’aria d’essere un classico e vasto e ridente giardino orientale, con tanto di laghetto e ponticello rosso che vi passa sopra ad arco. Il giardino è in realtà una stanza a tutti gli effetti con il solito trucchetto magico del soffitto che ritrasmette il cielo esterno, ma l’effetto non cambia minimamente, addirittura si può nitidamente sentire una leggera brezza sulla pelle ed il canto degli uccellini.
Nel bel mezzo del giardino poi, proprio di fronte al portone d’ingresso, vi è quel che sembrerebbe un piccolo tempio cinese.

Accedendo al ‘tempio’ attraverso una breve scalinata e tramite una tipica porta scorrevole ci si ritrova nell’ufficio vero e proprio, dove il professor Wu accoglie i propri studenti in visita. L'interno del cuscino riproduce quasi fedelmente l'arredamento a metà tra l'ufficio di un palazzo reale tradionale ed un tempio vedo e proprio, con stendardi e tendaggi rossi e dorati. A staccare un po' dalla colorazione calda che, a lungo andare, può far male agli occhi, vi sono le pareti, nere con ghirigori rossi e dorati.
Entrando ci si ritrova immediatamente davanti, a meno di due metri, ad una tavolino basso a fungere da scrivania, di tratto tipico dell'arredamento cinese e dalle gambe tondeggianti, di colore rosso e rifiniture in oro ed arancione. Davanti ad essa sono posti poi due cuscini thai che riportano le medesime rifiniture dell'intero arredamento, a fare da sedie, mentre l'insegnante solitamente lavora seduto sul grande tappeto rosso che tappezza quasi interamente il parquet del pavimento.
Sulla sinistra della stanza si può trovare una libreria laccata di nero di modeste dimenzioni, gremita di libri, probabilmente tutti a tematiche tipicamente orientali e in lingua originale. Poco più avanti, lungo la stessa parete, vi è invece un piccolo salottino, formato da un basso divanetto arricchito di morbidi cuscini e coperte decorate, anch'esse di colori caldi, affiancato da una sorta di comodino in legno scuro sul quale sono stati posti un vaso di fiori, un paio di libri, ed alcuni effetti personali.
Dietro la scrivania vi è invece il tempio vero e proprio. O meglio, un luogo in cui l'insegnante, o chiunque alto voglia, può inginocchiarsi davanti ad una statuetta di giara raffigurante un Buddha riposta sul ripiano dietro due eleganti portaincensi, e comunicare in preghiera con i propri avi.

Sulla destra di questo angolo spirituale vi è infine una tenda, ovviamente rossa anch'essa, e ricamata con dragoni orientali cuciti sopra di essa con un filo d'oro, che nasconde la porta che conduce alla stanza da letto dell'insegnante. Anch'essa di piccole dimenzioni, arredata con mobili di fattura tipicamente cinese, anche qui con la prevalenza del colore rosso, e munita di letto a baldacchino ad una piazza e mezzo.

Edited by hiei_nyx - 13/9/2009, 22:26
 
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